La città senza specchi

20. La città senza specchi

La città senza specchi esplora un immaginario in cui la visibilità non ha più potere. Senza riflessi, le relazioni si fondano su altro: non sull’apparenza, ma sulla vibrazione profonda, sulla voce incrinata, sull’urgenza di esistere al di là della forma. Questa poesia abita un paesaggio mentale spiazzante, in cui la perdita dell’immagine non è perdita di sé, ma passaggio verso una presenza più essenziale e reale.


La città senza specchi

Questa notte ho sognato
una città senza specchi.
Nessuno sapeva più
com’era fatto il proprio volto.

Ma non c’erano equivoci:
ci si riconosceva dalle crepe della voce.
L’assenza di riflessi
aveva tolto l’ansia di piacere.

Restava solo l’urgenza di essere.

Autore: Nemesis UFT

Foto di Ryul Davidson su Unsplash

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