Il mito del posto fisso smontato

Il mito del posto fisso smontato


Il mito del posto fisso smontato non è una provocazione. È una necessità. Una lente nuova per guardare ciò che per anni abbiamo chiamato “stabilità”.


🕳️ Non c’è stabilità dove c’è addomesticamento.
Il mito del posto fisso smontato comincia così:
con una domanda che non osa entrare nei pranzi di famiglia.
“Perché desideri qualcosa che ti spegne?”
Perché chiamare sicuro ciò che è solo conosciuto?
Perché confondere il recinto con la casa?


🧠 Il posto fisso è un’ideologia mascherata da normalità.
Ti dicono che è la meta.
Che “sei sistemato”.
Che non devi più preoccuparti.

Ma nessuno ti dice a cosa hai rinunciato in cambio:
al dubbio, al rischio, all’evoluzione.
Ti sei sistemato. Ma dove?

Il mito del posto fisso smontato è l’atto di guardare il contratto non scritto.
Quello in cui, in cambio della “sicurezza”,
hai dato via il tuo margine di trasformazione.


🔍 Non è il posto fisso il problema. È il mito.
La narrazione. Il peso simbolico.
Il modo in cui viene celebrato come traguardo,
quando spesso è solo il momento in cui smetti di cercare.

Il mito del posto fisso smontato è anche personale.
È quel punto della vita in cui ti rendi conto
che hai più paura di perdere il posto
che voglia di essere te stesso.

E allora non sei più libero.
Sei soltanto comodo.
E la comodità, quando diventa dogma,
è una gabbia elegante.


📓 Il mito regge perché è ereditato.
Ti viene trasmesso come una reliquia.
Un punto fermo nel caos.
Un’ancora. Un premio.

Ma è una trasmissione senza verifica.
Hai mai chiesto a te stesso se lo volevi davvero?

Il mito del posto fisso smontato è la fine di un’illusione ereditaria.
È l’inizio di una responsabilità più profonda:
scegliere il proprio modo di restare… o di andare.


🔧 Smontare un mito non significa distruggerlo. Significa capirne la funzione.
Il posto fisso ha senso per chi vuole costruire dentro un sistema.
Ma se il sistema è costruito per schiacciarti?
Se ogni avanzamento è un allineamento?

Allora il mito diventa tossico.
Diventa un modo per zittire chi ha bisogno di aria.
Diventa una rassicurazione collettiva che non tiene più.

Il mito del posto fisso smontato serve a restituirti la domanda:

“Cosa voglio davvero se tolgo il dovere di essere tranquillo?”


🏛️ Il potere ama il posto fisso.
Perché ti rende prevedibile.
Ti aggancia a debiti, a rate, a uno stile di vita preciso.
Ti fa desiderare l’orologio più che il tempo.

Il posto fisso ti dà una posizione nella mappa.
Ma cancella la possibilità di cambiare mappa.

Il mito del posto fisso smontato è anche questo:
ricordarti che non sei una pedina che si muove solo se c’è una casella già pronta.


🔊 E quando finalmente smonti il mito, ti resta un vuoto.
È normale.
Per anni, ti hanno detto che lì ci sarebbe stato tutto.
Ma nel vuoto si può costruire.
Nel vuoto puoi ascoltare di nuovo la tua voce.

Non quella di chi ti vuole “sistemato”.
Ma quella che ti vuole vivo.


📓 Il mito del posto fisso smontato non è un manifesto contro il lavoro.
È un invito a smettere di considerare la stabilità un valore in sé.
È uno strumento per capire se sei davvero tu,
o solo il riflesso di un copione che non hai mai scelto.

E quando smetti di rincorrere una posizione,
puoi finalmente occupare uno spazio.


📌 Uomo Fuori Traccia – Articolo #33
🧱 Il mito non si combatte con un’opinione. Si combatte con una vita diversa.


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Scrive da un punto imprecisato tra il mondo che c’è e quello che potrebbe esistere.

Non cerca follower, cerca fenditure.
Non insegna nulla, ma disobbedisce per mestiere.
La sua mappa non ha nord: ha crepe, deviazioni, direzioni non autorizzate.
Vive in silenzio, ma scrive forte.
È uno che cammina fuori traccia.
E non per sbaglio.