Essere realisti è una forma di rassegnazione

Essere realisti è una forma di rassegnazione


Quando ti dicono di essere realista, stanno solo chiedendoti di smettere di sperare. Essere realisti è una forma di rassegnazione.


🧨 Essere realisti è una forma di rassegnazione

Essere realisti è una forma di rassegnazione. Ma nessuno te lo dice in faccia. Te lo insegnano con buone maniere. Te lo confezionano come maturità. Ma dentro non c’è forza: c’è stanchezza.

Chi si dichiara realista spesso ha solo smesso di provarci. Non è diventato più lucido, è diventato più prudente. Più controllato. Più adatto.

Il realismo è la resa che sa parlare bene.

📓 Quando la lucidità è solo una forma elegante di paura

Ci sono ferite che non si rimarginano. Allora impari a non credere più.
A non chiedere. A non desiderare troppo.

Ti racconti che sei diventato realista.
Ma in fondo sai che essere realisti è una forma di rassegnazione.
Hai solo costruito un argine per non sentire di nuovo il crollo.

Lo chiami equilibrio. Ma è solo anestesia.

🧠 La realtà non è un destino

Ti dicono: “Così va il mondo.”
Ti ripetono: “Meglio restare coi piedi per terra.”

Ti convincono che sperare sia da ingenui.
Che tentare sia da incoscienti.

Ma chi decide cos’è reale?
Chi ha l’autorità di definire cosa si può cambiare e cosa no?

Essere realisti è una forma di rassegnazione perché rinuncia prima ancora di verificare.
Non è visione lucida. È paura programmata.

🔍 Il sistema ama i realisti

Il realista non rompe.
Non contesta.
Non cerca alternative.

È compatibile.
Gestibile.
Leggibile.

Il sistema lo premia perché non si muove.
Perché non rischia.
Perché accetta.

Essere realisti è una forma di rassegnazione che rende tutto più semplice.
Più ordinato.
Più sicuro.

Ma meno vivo.

🕳️ Quando il possibile smette di esistere

Il realismo non ti schiaccia.
Ti convince con calma.
Ti dice che smettere di crederci è protezione.

Ma è così che muore il possibile.
Piano.
Silenziosamente.

Essere realisti è una forma di rassegnazione che cancella l’imprevisto.
E senza imprevisto, non c’è più scoperta.
Solo ripetizione.

🔧 Allenarsi a credere anche quando non conviene

Credere è scomodo.
È fragile.
È costoso.

Ma necessario.

Non puoi vivere solo evitando il dolore.
Non puoi ridurre ogni gesto a una previsione.

Essere realisti è una forma di rassegnazione quando diventa automatismo.
Quando è l’unica voce nella stanza.

Hai il diritto di sognare anche dopo il disincanto.
Hai il dovere di immaginare anche dopo la caduta.

📓 Non sei nato per confermare la mappa

Ogni volta che dici “ormai è così”, muore una possibilità.
Ogni volta che smetti di tentare, qualcun altro decide per te.

Essere realisti è una forma di rassegnazione che disinnesca il tuo fuoco.
Ti rende compatibile con un mondo che non hai scelto.

Ma non sei nato per adattarti.
Sei nato per creare attrito.
Per smontare l’ovvio.
Per aprire varchi.


📌 Uomo Fuori Traccia – Articolo #206
🧨 Non chiamarlo realismo se dentro senti che stai solo cercando un modo educato per non crederci più.


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Scrive da un punto imprecisato tra il mondo che c’è e quello che potrebbe esistere.
Non cerca followers, cerca fenditure.
Non insegna nulla, ma disobbedisce per mestiere.
La sua mappa non ha nord: ha crepe, deviazioni, direzioni non autorizzate.
Vive in silenzio, ma scrive forte.
È uno che cammina fuori traccia.
E non per sbaglio.