Dove non puoi più scappare è una riflessione su ciò che accade quando ogni via d’uscita viene meno e resti solo con la tua voce interna. Non è la materia a spaventare, ma il vuoto che la circonda. L’eco dei pensieri, in assenza di distrazioni, diventa amplificatore. Questa poesia si muove in quella soglia: uno spazio chiuso non da muri, ma da verità che non possono più essere evitate.
Dove non puoi più scappare
Nelle grotte più profonde
non si teme la roccia,
ma il silenzio che amplifica
i tuoi pensieri.
Claustrofobia non è paura dello spazio stretto:
è paura di incontrarti dove non puoi più scappare.
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