Il lavoro non nobilita, distrugge

Il lavoro non nobilita, distrugge


Il lavoro non nobilita distrugge. Ma ce l’hanno raccontato bene. Ce l’hanno cantato, inciso nei proverbi, stampato nei libri di scuola.


🔍 Non si tratta di non lavorare. Si tratta di smettere di idealizzarlo.
Di smettere di credere che la fatica sia virtù.
Che la stanchezza sia un trofeo.
Che l’assenza di tempo sia il prezzo naturale della dignità.

Il lavoro non nobilita distrugge
quando diventa identità.
Quando smetti di dire chi sei e inizi a dire solo cosa fai.


📓 Il lavoro, così come lo conosciamo, non ti rende migliore. Ti rende compatibile.
Ti rende produttivo, gestibile, monitorabile.
Ti insegna a non farti troppe domande, a sorridere nei report, a ottimizzare anche l’anima.
E quando ti consumi, ti sostituisce.

Il lavoro non nobilita distrugge
quando confonde la disciplina con la docilità.
Quando ti chiede disponibilità anche dopo il log-out.
Quando ti spegne piano, ma ti premia con un badge.


🧠 Ci hanno insegnato che lavorare duro è un valore. Ma non ci hanno mai spiegato per chi.
Ti hanno detto “chi si ferma è perduto”.
Ma non ti hanno detto che a forza di correre perdi te stesso.
Che l’ambizione senza misura è un anestetico.
Che il lavoro senza confine è una forma lenta di esaurimento.

Il lavoro non nobilita distrugge
non perché è fatica,
ma perché è costruito per assorbire tutto.
Anche ciò che non dovrebbe toccare: relazioni, salute, lucidità.


🔧 Lavorare non è sbagliato. Ma non è una missione spirituale.
Quando ti convincono che è un onore, non lo metti più in discussione.
E diventi fiero del tuo stesso esaurimento.
Il lavoro non nobilita distrugge
quando lo trasformano in un’ideologia.
Quando ti convincono che solo lavorando puoi valere.

E così non ti accorgi che ti stanno consumando — con il tuo stesso consenso.


🏛️ Il sistema ha bisogno di gente stanca. Perché la stanchezza non contesta. Si adatta.
Una mente esausta non immagina.
Un corpo saturo non si ribella.
Un essere umano troppo occupato non ha il tempo di chiedersi se è ancora umano.

Il lavoro non nobilita distrugge
perché è diventato la nuova religione.
Un dogma produttivo travestito da responsabilità.


📓 Il primo atto di ribellione non è smettere di lavorare.
È smettere di chiamarlo “nobilitante”.
È riconoscere la bugia.
Guardarla in faccia.
E poi decidere cosa farne.
Da lucido. Da intero. Da vivo.


📌 Uomo Fuori Traccia – Articolo #74
🧩 Non serve bruciare la scrivania. Serve togliere la fede che ci hai messo sopra.


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Scrive da un punto imprecisato tra il mondo che c’è e quello che potrebbe esistere.

Non cerca follower, cerca fenditure.
Non insegna nulla, ma disobbedisce per mestiere.
La sua mappa non ha nord: ha crepe, deviazioni, direzioni non autorizzate.
Vive in silenzio, ma scrive forte.
È uno che cammina fuori traccia.
E non per sbaglio.